Brano: [...]e pietoso incarico, non scevro da gravi rischi, esumavano clandestinamente le salme degli uccisi e ne compilavano un verbale dei connotati e degli indumenti indossati. Poiché ai fucilati venivano tolti dai loro carnefici tutti i documenti di identità, il verbale così raccolto o qualche brandello di stoffa tratto dagli indumenti erano spesso gli unici mezzi che potessero consentire ai familiari l’identificazione delle vittime.
Le esecuzioni al Forte Bravetta erano affidate a plotoni della Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.) e avvenivano quasi sempre alle prime luci dell’alba, onde poter trasferire i cadaveri al Verano prima che gli ingressi al cimitero fossero aperti al pubblico. Non si può escludere che alcuni di coloro che risultano elencati tra i fucilati del Forte Bravetta siano deceduti, in realtà, sotto le torture in via Tasso (v.), alla pensione Jaccarino (v.) o in altre sedi delle milizie fasciste e tedesche.
Un audacissimo colpo di mano fu quello organizzato da una squadra partigiana del movimento « Bandiera Rossa », comandata dal maresciallo dell’aeronautica Vincenzo Guarniera, conosciuto col nome di battaglia Tommaso Moro. Informato che alcuni patrioti appartenenti al movimento erano stati condannati a morte e avrebbero dovuto essere fucilati al Forte Bravetta il mattino dell’1.12.1943, Guarniera con trenta dei suoi uomini, perfettamente travestiti da[...]
[...]e in via Tasso (v.), alla pensione Jaccarino (v.) o in altre sedi delle milizie fasciste e tedesche.
Un audacissimo colpo di mano fu quello organizzato da una squadra partigiana del movimento « Bandiera Rossa », comandata dal maresciallo dell’aeronautica Vincenzo Guarniera, conosciuto col nome di battaglia Tommaso Moro. Informato che alcuni patrioti appartenenti al movimento erano stati condannati a morte e avrebbero dovuto essere fucilati al Forte Bravetta il mattino dell’1.12.1943, Guarniera con trenta dei suoi uomini, perfettamente travestiti da militi della P.A.I., la sera del 30 novembre si presentò al forte per dare il cambio della guardia al gruppo che stava di servizio. Incredibilmente riuscito l'audace stratagemma e rimasti i patrioti praticamente padroni del forte durante la notte, quando all’alba giunse il camion con 11 condannati a morte, Guarniera ordinò ai suoi uomini di sparare sui tedeschi e sui poliziotti fascisti che accompagnavano il convoglio, liberando così tutti i prigionieri.
Dopo la Liberazione
Liberata Roma, furono[...]
[...]re il cambio della guardia al gruppo che stava di servizio. Incredibilmente riuscito l'audace stratagemma e rimasti i patrioti praticamente padroni del forte durante la notte, quando all’alba giunse il camion con 11 condannati a morte, Guarniera ordinò ai suoi uomini di sparare sui tedeschi e sui poliziotti fascisti che accompagnavano il convoglio, liberando così tutti i prigionieri.
Dopo la Liberazione
Liberata Roma, furono fucilati al
Forte Bravetta l’ex questore fascista Pietro Caruso (22.9.1944) e l’aguzzino Pietro Koch, già comandante della omonima banda (5.6.1945), entrambi responsabili dell’uccisione di centinaia di patrioti.
Brazza, Presidio di
A Bool, nell’isola di Brazza (oggi Brac), la più grande della Dalmazia, era dislocato nell’estate 1943 un presidio di alpini comandato dal capitano Leo Banzi. Il 5 agosto l’esiguo presidio, mal sistemato e peggio armato, fu sorpreso da un colpo di mano effettuato dai partigiani jugoslavi durante i festeggiamenti al santo patrono del paese, festeggiamenti ai quali i nostri soldati aveva[...]